Oggi in Italia un giovane su tre è disoccupato. Per quanto riguarda i laureati, solamente poco più del 50% dei laureati italiani riesce a trovare impiego entro tre anni dalla laurea, mentre nel resto della UE siamo attorno all’80%. In Italia ci sono più di due milioni di giovani senza lavoro e facendo un confronto fra la disoccupazione giovanile in Italia e nel mondo, si nota come per molti di questi, l’unica strada percorribile è quella di andarsene dall’Italia.
La disoccupazione giovanile in Italia è il doppio di quella europea. Nel 2018, negli Stati che costituiscono l’Unione Europea la media di disoccupazione giovanile è stata pari al 15,2%. Uno dei tassi più alti si è registrato in Italia, con oltre il 34%. Al contrario I tassi di disoccupazione più bassi si sono registrati nei paesi del centro e nord Europa.
I tassi di disoccupazione giovanile hanno raggiunto livelli senza precedenti, con una media del 15% per l’UE nel suo insieme, fino al 40% in Grecia.
Cartina che mostra i tassi di disoccupazione giovanile in Europa (2012 e 2016), nel nord Europa la situazione migliora nel sud Europa peggiora
La disoccupazione di lunga durata è aumentata nella maggior parte degli Stati membri, raggiungendo il massimo storico in tutta l’UE.
Il divario tra offerta e domanda di lavoro, sia in termini di qualità che di quantità, sono aumentati. Questa diminuzione dei posti di lavoro ha coinciso con un maggior numero di impieghi precari e occupazioni a tempo parziale.
tasso di disoccupazione giovanile a Gennaio 2019, siamo il secondo paese in Europa dietro la Grecia, abbiamo superato anche la Spagna
La percentuale di disoccupazione giovanile in tutto il pianeta (tenendo conto dell’intera forza lavoro globale) è del 13.0%. Il sito della Banca Mondiale mostra il livello di disoccupazione in tutti i paesi del mondo, con anche un raffronto fra la situazione del 1991 e quella attuale.
Continuano a crescere il numero dei giovani italiani che abbandonano l’Italia. Solo nel 2018 circa 60 mila giovani sono emigrati all’estero, di questi un terzo erano laureati. Le principali mete di destinazione per gli emigrati italiani sono Regno Unito (17,1%), Germania (16,9%), Svizzera (11,2%) e Francia (10,6%).
Questo fenomeno di emigrazione giovanile contribuisce a rendere l’Italia uno dei paesi con il più alto tasso di invecchiamento al mondo
Marquardt, un giornalista francese e il suo team hanno deciso di fare una ricerca utilizzando i dati forniti da organizzazioni internazionali, come la Banca Mondiale, l’ Unesco e l’ Ocse. Il team ha, quindi, utilizzato degli indicatori per classificare i paesi, che offrono le maggiori opportunità ai giovani
Di seguito la classifica delle 64 nazioni analizzate, in base alle opportunità di lavoro ed indice di soddisfazione dei giovani. Non è una classifica che tiene conto solo del tasso di disoccupazione dei giovani, ma anche della facilità di accesso al mondo del lavoro, al sistema scolastico, alla qualità del lavoro e anche del grado di fiducia che i giovani hanno del loro paese.
- 1° Norvegia 2° Svizzera 3° Danimarca
- 4° Svezia 5° Paesi Bassi 6° Australia
- 7° Germania 8° Finlandia 9°Austria
- 10° Canada 11° Lussemburgo 12° Nuova Zelanda
- 13° Stati Uniti 14° Irlanda 15° Israele
- 16° Regno Unito 17° Belgio 18° Estonia
- 19° Francia 20° Repubblica ceca 21° Slovenia
- 22° Corea del Sud 23° Malesia 24° Cile
- 25° Lettonia 26° Giappone 27° Polonia
- 28° Kazakistan 29° Slovacchia 30° Portogallo
- 31° Cina 32° Italia 33° Lituania
- 34° Turchia 35° Uruguay 36° Spagna
- 37° Ungheria 38° Grecia 39° Filippine
- 40° Messico 41° Perù 42° Thailandia
- 43° Argentina 44° Indonesia 45° Nepal
- 46° Ucraina 47° Honduras 48° Ghana
- 49° India 50° Colombia 51° Croazia
- 52° Ruanda 53° Vietnam 54° Sri Lanka
- 55° Bangladesh 56° Pakistan 57° Russia
- 58° Kenya 59° Egitto 60° Brasile 61° Uganda
- 62° Mali 63° Sud Africa 64° Costa d’Avorio
I risultati mostrano che i paesi con le economie più sviluppate sono quelle che offrono le maggior opportunità ai giovani. I paesi nordici sono ai primi posti nella classifica: la Norvegia occupa il 1° posto, la Danimarca il 3°posto, la Svezia il 4° e la Finlandia l’8°.I paesi dell’Europa centrale seguono con la la Svizzera 2°, i Paesi Bassi 5°, la Germania 7°e l’Austria 9. La prima dei paesi del Commonwealth è l’Australia 6°, il Canada 10° e la Nuova Zelanda 12°.
Gli Stati Uniti sono al 13° posto. Alcuni paesi ricchi come il Regno Unito sono ‘solo’ 16° ed il Belgio 17°.
Francia 19° e Giappone 26° si piazzano male, in relazione al loro livello di sviluppo economico. .Le economie europee più in crisi (Portogallo, Italia, Grecia o Spagna) si trovano dietro diversi paesi in via di sviluppo ad alto reddito.
Generalmente, dopo i paesi dell’Europa orientale, seguono i paesi asiatici in crescita poi quelli latinoamericani e africani. Alcuni grandi economie in via di sviluppo come Russia, Brasile o il Sud Africa sembrano offrire veramente poche prospettive ai giovani di quei paesi.
Norvegia, Svizzera, Svezia, Danimarca e Paesi Bassi sono i paesi che adottano le migliori politiche nei confronti dei giovani. Per molti aspetti, le maggiori opportunità per i giovani vanno di pari passo con la situazione economica di un paese. I paesi più ricchi o economicamente in espansione offrono sempre delle maggiori prospettive ai giovani.
Molti paesi in via di sviluppo fanno fatica ad offrire ai loro giovani solide prospettive future, ma la Cina sembra essere un’eccezione. Grazie alla sua crescita e alla sua volontà di investire nell’istruzione, la Cina è diventato un paese che offre notevoli prospettive ai suoi giovani ed ha persino sorprendentemente, superato alcune nazioni europee come Spagna, Croazia e Italia. Anche il Cile supera le altre nazioni sudamericane nell’indice e gli autori lo considerano uno dei paesi più youth friendly del mondo.
Un altro studio condotto dalla Fondazione Bertelsmann, ha evidenziato che i paesi dell’Europa meridionale potrebbero, in futuro, avere grossi problemi con le prossime generazioni. Circa il 30% degli europei di età inferiore ai 18 anni sono colpiti dalla povertà e dall’esclusione, Molti di quelli più a rischio provengono da paesi come la Grecia e l’Italia, dove la disoccupazione giovanile continua a attestarsi fra il 30 e il 40 per cento.
La disoccupazione giovanile, sebbene sia la punta dell’iceberg quando si tratta di valutare la condizione giovanile a livello generale, rimane un importante indicatore delle difficoltà dei giovani, indipendentemente dalla qualità della loro precedente formazione, di trovare un impiego e iniziare la loro indipendenza economica.
Trasformare un background educativo in un’opportunità professionale è senza dubbio una delle maggiori sfide per i giovani. Da un lato, la formazione educativa deve soddisfare le esigenze del mercato del lavoro. D’altro canto, il mercato del lavoro deve essere sufficientemente vasto da accogliere i giovani in entrata. L’accesso al lavoro è un problema serio: la ricerca di diversi studiosi ha dimostrato che l’ingresso in un mercato del lavoro debole porta ad una perdita permanente di competenze.
Non esiste, sicuramente un ricetta magica, per diventare una nazione che sia favorevole ai giovani. Ma questo dipende principalmente da due fattori:
- se un paese è disposto a trasformarsi in un paese per giovani
- se è economicamente in grado di farlo