Come lavoratori stranieri, in Cina, uno de settori più facili per ottenere lavoro è quello di provare ad insegnare lingue straniere in Cina. Purtroppo però, sebbene, qualche richiesta sia presente anche per insegnanti di lingua italiana, oltre il 90% delle offerte di lavoro in ambito linguistico riguarda l’insegnamento della lingua inglese.
Insegnare lingue straniere in Cina, significa sopratutto inegnare la lingua inglese. La Cina offre ottime opportunità per gli insegnanti di lingua inglese negli istituti scolastici pubblici e privati, con ottimi stipendi. Fino a poco tempo fa anche le persone non madrelingua potevano insegnare inglese. Ora la situazione si è fatta più complicata e nelle città più importanti (Pechino, Shanghai) vengono richiesti sempre più spesso solo madrelingua. Nelle cittadine più piccole è invece ancora possibile insegnare, senza essere dei madrelingua. Perché, in ogni caso un occidentale, anche se non madrelingua è preferito rispetto ad un insegnante cinese.
Se siete interessati a questo tipo di attività, potete contattare una delle scuole autorizzate dallo State Administration of Foreign Experts Affairs (SAFEA) e informarvi presso di loro. Va detto che sebbene vi sia una forte domanda di insegnanti con stipendi, anche, competitivi, non è per nulla scontato per gli insegnanti ottenere il visto Z che permette di lavorare legalmente in Cina.
Per cui vi sono tante persone che, in possesso di un visto turistico o business, insegnano illegalmente e ogni tanto qualcuno viene beccato ed espulso dal paese. Per quanto riguarda i requisiti richiesti, fermo restando che le regole ufficiali sono dettate dal SAFEA, in pratica ogni scuola si comporta in modo autonomo e richiede delle certificazioni diverse: TEFL, laurea, precedenti esperienze di insegnamento, ecc. Chiaramente più titoli si hanno è più sarà facile ottenere il visto di lavoro
Un mio conoscente, qualche anni fa trovò, pubblicata su internet, un’offerta di lavoro come insegnante di inglese in Cina, da parte di un’agenzia che cercava insegnanti da collocare in varie scuole. Il mio amico, aveva una buona conoscenza della lingua inglese, avendo vissuto anche un periodo in Inghilterra, ma non era in possesso di qualifiche particolari. Superate le prime interviste su skipe, gli fu fatto l’invito per ottenere il visto e recarsi in Cina (a spese sue). Una volta sul posto fece una video intervista che fu inviata a diverse scuole, nel giro di un paio di settimane aveva già trovato lavoro in una cittadina di 300 mila abitanti a 700 km da Pechino. A quel punto dovette tornare in Italia, (sempre a sue spese) per richiedere il visto di lavoro, che può essere richiesto solo al di fuori della Cina.
Al consolato cinese di Milano, visto il contratto di lavoro che aveva con la scuola, gli fu concesso il visto di lavoro. Una volta tornato in Cina, iniziò subito a insegnare in questo istituto, ma nei 30 giorni necessari ad ottenere il permesso di lavoro e di soggiorno, gli fu impedito di uscire dal collegio, per evitare che qualcuno scoprisse la sua situazione irregolare.
A proposito della lingua, lui non aveva nessuna conoscenza di cinese e nell’istituto erano presenti solo un paio di insegnanti che conoscevano un po’ di inglese e fungevano da tramite per tutte le sue necessità. L’ orario di lavoro era di 12 ore a settimana con uno stipendio di 700 € al mese, oltre a vitto e alloggio.
Dopo circa 6 mesi, visto la vita estremamente noiosa del paese, cercando altre possibilità di lavoro, trovò un lavoro presso un asilo di Pechino, ma l’istituto dove lavorava non la prese bene. Provarono a trattenerlo in tutti i modi, arrivando pure a minacciarlo che se avesse lasciata l’istituto sarebbe stato espulso dal paese. Il suo contratto era di un anno e, a detta loro, lui non aveva alcun diritto di rescindere unilateralmente il rapporto di lavoro. In ogni caso con le buone o con le cattive se ne andò. Il nuovo lavoro era molto migliore.
Viveva a Pechino, una città che offre tanto e anche l’aspetto economico era migliore, firmando direttamente con la struttura e non tramite un’agenzia, ottenne uno stipendio che si aggirava sui 2.000 €, per 40 ore settimanali, di cui solo circa 5 o 6 erano ore di insegnamento, il resto erano dedicate ad attività di preparazione delle lezioni o altro. In ogni caso, dovette tornare ancora in Italia al Consolato Cinese di Milano per ottenere il nuovo visto di lavoro.
Dopo un paio di settimane dal suo rientro in Cina, quando era ancora i corso il processo di richiesta del nuovo permesso di lavoro arrivò, a scuola, un controllo della polizia. Grazie ad una soffiata fatta dall’istituto precedente, che aveva informato l’ufficio immigrazione del suo abbandono del lavoro, prima della fine del contratto. Dopo aver trascorso una notte in cella se la cavò con una multa di 600 €. I successivi due anni di lavoro trascorsero senza problemi, poi preso dalla nostalgia di casa, decise di lasciare la Cina.
Ho voluto riportare questa esperienza perché chi decide di intraprendere questa attività sia consapevole anche degli aspetti negativi che a volte si possono celare dietro queste offerte di lavoro, da parte di agenzie che reclutano insegnanti stranieri per le scuole in Cina. Soprattutto in luoghi abbastanza remoti, dove pochi stranieri sono disposti ad andare.
Inoltre informatevi bene su chi deve sostenere i costi (biglietti aerei, alloggio iniziale, trasferimenti). Sulla modalità di ricevimento del visto (necessità o meno di ritornare in Italia). Sulla durata e sulla possibilità di rescindere il contratto di lavoro. Insomma chiarite tutti gli aspetti, prima di partire e/o firmare un contratto, per non avere spiacevoli sorprese, dopo. Inoltre, spesso le scuole non possono assumere personale straniero quindi propongono di lavorare illegalmente, con visti turistici o business. Quindi siate consapevoli anche di questo aspetto.
Per persone madrelingua, inoltre, tenete presente che vi è anche la possibilità di fare registrazioni vocali in diverse lingue, (fra cui l’italiano), per programmi software di assistenza e riconoscimento vocale come Cortana, Siri o altri. C’è molta richiesta a Pechino o in altri grandi città. Con compensi che si aggirano sui 20/30 € all’ora.
Per ottenere un visto di lavoro come insegnante di inglese, e quindi poter lavorare legalmente in Cina, dovete possedere un passaporto di uno di questi paesi: Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Irlanda, Sudafrica, Australia e Nuova Zelanda. Oltre un diploma di laurea e un certificato TEFL. Pertanto per i non madrelingua sono possibili impieghi solo presso scuole minori che vi offriranno lavoro anche con visti per studenti, visti turistici o vi faranno richiesta di un visto business, Lavori completamente illegali, che però tanti fanno.
In ogni caso per avere maggiori possibilità di essere assunti sarà fondamentale avere ka certificazione TEFL che può essere ottenuta anche online, con un costo di 3/400 € e in poco più di un mesetto si riesce a completare
Siti web per insegnare lingue straniere in Cina
Di seguito vi riporto i siti dove è più facile trovare offerte per questi lavori:
- Hired agenzia con offerte di lavoro, non solo nel settore dell’insegnamento
- AnEsl agenzia con offerte di lavoro nel settore dell’insegnamento
- Thebeijinger giornale on line in inglese, con una sezione dedicata agli annunci
- Panda Teacher sito con diverse offerte di lavoro
- Weechat che racchiude le funzionalità di whats up e facebook. Dove è possibile trovare questo tipo di offerte nei gruppi appositi
- Echinajobs contiene molte offerte come insegnante di inglese
- Oxfordseminars directory che contiene l’elenco di tutte le scuole di inglese presenti in Cina